Il nuovo concorso scuola 2026 metterà in palio decine di migliaia di cattedre tra infanzia, primaria e secondaria. Un’occasione unica per chi sogna l’assunzione a tempo indeterminato nel mondo della scuola.
L’attesa è quasi finita: entro poche settimane arriverà il nuovo concorso per insegnanti, il più grande degli ultimi anni. Dopo le prime due tornate di selezioni che hanno già portato in ruolo migliaia di docenti, il 2026 si prepara ad accogliere l’ultima fase del piano assunzioni, che prevede decine di migliaia di nuovi ingressi tra scuole dell’infanzia, primaria e secondaria.
Secondo le prime anticipazioni ministeriali, si parla di oltre 58.000 posti complessivi, distribuiti su tutto il territorio nazionale. L’obiettivo è chiaro: completare entro giugno 2026 il percorso di stabilizzazione del personale docente e rispondere alla cronica carenza di insegnanti in molte regioni italiane.
Le tipologie di posti disponibili
Il nuovo bando interesserà tutte le principali aree della scuola. I posti saranno suddivisi tra cattedre comuni e sostegno, con la consueta ripartizione per grado di istruzione:
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scuola dell’infanzia e primaria, con particolare attenzione al sostegno;
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scuola secondaria di primo e secondo grado, dove sono previste molte immissioni per le materie scientifiche, linguistiche e tecniche.
Nelle intenzioni del Ministero, il concorso servirà anche a stabilizzare i docenti precari che da anni lavorano con contratti annuali. I posti saranno assegnati in base alle necessità delle singole regioni, con punte più alte nelle aree dove si registra una carenza storica di personale, come Lombardia, Lazio, Piemonte e Sicilia.
Requisiti per partecipare
Come nei bandi precedenti, i requisiti di partecipazione varieranno a seconda del grado scolastico.
Per la scuola secondaria, potranno partecipare:
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i candidati in possesso di laurea e abilitazione all’insegnamento nella classe di concorso specifica;
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i docenti con almeno tre anni di servizio negli ultimi cinque, anche non continuativi, di cui almeno uno nella classe di concorso richiesta;
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i candidati che stanno completando un percorso abilitante (in questo caso potranno accedere con riserva).
Per infanzia e primaria, invece, servirà la laurea in Scienze della formazione primaria o un diploma magistrale conseguito entro l’anno scolastico 2001/2002.
Per il sostegno sarà obbligatoria la specializzazione relativa al grado di riferimento.
Oltre ai titoli, restano i requisiti generali: cittadinanza italiana o europea, godimento dei diritti civili e politici e idoneità fisica all’impiego.
Come sarà strutturato il concorso
La procedura si svolgerà in due fasi principali: prova scritta e prova orale, a cui seguirà la valutazione dei titoli.
L’obiettivo è selezionare rapidamente i candidati più preparati, rispettando i tempi imposti dal piano assunzioni.
La prova scritta
Si svolgerà in modalità computer-based, con 50 quesiti a risposta multipla da risolvere in 100 minuti.
Le domande riguarderanno:
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competenze disciplinari e metodologiche;
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competenze digitali e uso delle tecnologie didattiche;
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lingua inglese (livello B2);
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elementi di legislazione scolastica e organizzazione del sistema educativo.
Il punteggio minimo per accedere all’orale sarà intorno ai 70 punti su 100.
La prova orale
È la parte più impegnativa del concorso e servirà a valutare la preparazione pratica del candidato.
Consisterà nella simulazione di una lezione, seguita da domande sui contenuti disciplinari, la didattica inclusiva e la gestione della classe.
Per alcune materie (educazione musicale, motoria, artistica e discipline tecniche) sarà prevista anche una prova pratica.
I titoli che fanno guadagnare punti
Oltre ai risultati delle prove, sarà considerata la valutazione dei titoli.
Saranno premiati i docenti con:
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anni di servizio nella scuola pubblica;
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abilitazioni aggiuntive;
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master universitari, corsi di perfezionamento e pubblicazioni scientifiche;
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specializzazioni per il sostegno o per l’insegnamento bilingue.
In molti casi, i titoli possono fare la differenza tra l’essere idonei o vincitori. È quindi importante aggiornare per tempo il proprio curriculum, raccogliendo tutta la documentazione utile da allegare alla domanda.
Quando esce il bando e le date delle prove
Il bando ufficiale è atteso entro ottobre 2025, con una finestra di circa 20 giorni per la presentazione delle domande.
Le prove scritte si terranno presumibilmente tra novembre e dicembre 2025, mentre le prove orali dovrebbero iniziare nella primavera 2026.
L’intero processo dovrà concludersi entro giugno 2026, così da consentire le immissioni in ruolo con l’avvio del nuovo anno scolastico 2026/2027.
Gli aspiranti docenti potranno candidarsi esclusivamente tramite la piattaforma digitale ufficiale, accedendo con SPID o CIE. È fondamentale rispettare le scadenze e caricare in modo corretto tutti i documenti richiesti: le domande incomplete o prive dei requisiti saranno automaticamente escluse.
Come prepararsi al meglio
Affrontare un concorso scuola non è semplice, ma con il giusto metodo è possibile ottenere ottimi risultati.
Ecco alcune strategie efficaci:
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Studiare con largo anticipo. Non aspettare la pubblicazione del bando: le materie sono già note, e iniziare prima significa arrivare più sereni alle prove.
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Allenarsi sui quiz digitali. Le prove si svolgono su computer, quindi è utile esercitarsi con simulatori di test online.
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Curare la didattica della lezione simulata. Durante l’orale non basta sapere, bisogna saper spiegare.
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Seguire corsi di preparazione specifici. Le università e molte piattaforme offrono corsi riconosciuti che approfondiscono pedagogia, normativa e metodologia.
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Rivedere la normativa scolastica aggiornata. Leggi, decreti e regolamenti spesso sono oggetto di domande dirette.
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Aggiornare il proprio curriculum. Ogni titolo può valere punti preziosi nella graduatoria finale.
Le regioni con più posti
Come per i concorsi precedenti, la distribuzione dei posti non sarà uniforme.
Le regioni del Nord avranno il maggior numero di cattedre disponibili, con punte significative in Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna e Piemonte, dove il turnover dei docenti è più alto e la carenza cronica di personale si fa sentire di più.
Nel Centro-Sud, invece, la competizione sarà più alta ma non mancheranno opportunità, soprattutto nel sostegno.
Cosa cambia rispetto al passato
Il concorso 2026 segna una svolta: sarà l’ultimo previsto dal piano PNRR per il reclutamento straordinario dei docenti.
Le selezioni saranno più snelle, digitalizzate e uniformi su tutto il territorio nazionale.
Sparisce la vecchia distinzione tra concorsi “ordinari” e “straordinari”, lasciando spazio a un sistema più stabile e ricorrente, con bandi regolari ogni due anni.
Un’altra novità riguarda la valutazione delle competenze digitali, che avrà un peso maggiore.
Ogni candidato dovrà dimostrare di saper usare strumenti tecnologici per la didattica, gestire piattaforme online e costruire contenuti multimediali utili per l’apprendimento in classe.
L’obiettivo del Governo
Il piano di assunzioni nasce per ridurre il precariato scolastico e garantire continuità didattica agli studenti.
Negli ultimi anni, oltre 200.000 docenti hanno lavorato con contratti annuali o temporanei, spesso cambiando scuola a ogni anno scolastico.
Il nuovo concorso mira a immettere in ruolo oltre 58.000 insegnanti, stabilizzando i precari storici e inserendo nuove figure formate secondo le esigenze del sistema scolastico moderno.
L’obiettivo è completare la copertura delle cattedre entro il 2026, in modo che dal 2027 la scuola italiana possa contare su organici stabili, meno turn-over e più qualità nell’insegnamento
Un’occasione da non perdere
Il concorso scuola 2026 rappresenta un traguardo e un punto di svolta per migliaia di aspiranti insegnanti.
È la possibilità concreta di ottenere un posto stabile dopo anni di supplenze e di contribuire in modo duraturo alla crescita del sistema educativo italiano.
Chi sogna di entrare in classe come docente a tempo indeterminato deve sfruttare i mesi che restano per prepararsi al meglio, aggiornare i propri titoli e presentare la domanda non appena il bando sarà online.
Dopo anni di attesa, il 2026 sarà l’anno della grande occasione: chi è pronto, potrà finalmente conquistare la cattedra.